Erika Viganò, classe 2000,difensore FCF Como 2000,entra a far parte di una rosa formata da tante calciatrici giovanissime.
Come nasce il tuo amore per il calcio?
Fin da piccola prendevo a calci tutto ciò che mi capitava tra i piedi, così mia mamma decise di portarmi a provare in una squadra vicino a casa e da quel momento non ho più smesso, il mio amore per il calcio cresce ogni giorno di più e spero di raggiungere tutti gli obbiettivi che mi sono posta.
Quali sacrifici hai fatto fino ad oggi per poter giocare a calcio?
Sinceramente non ho fatto nessun sacrificio perché non mi è mai pesato non avere del tempo libero e non uscire con gli amici pur di allenarmi o andare a giocare durante il weekend.
Devo dire che i sacrifici più grandi li hanno fatti i miei genitori spendendo soldi ma sopratutto gran parte del loro tempo per portarmi a giocare e rendermi felice.
Emozioni e sensazioni quando entri in campo.
Le emozioni che si provano quando si entra in campo sono inspiegabili.
Sono un mix di concentrazione, adrenalina e responsabilità, ma non nascondo anche un po’ di tensione e paura di deludere.
Come convinceresti una ragazza ad iniziare a giocare a calcio?
A parer mio una bambina a cui piace giocare a calcio non ha bisogno di essere convinta, basterebbe solo che i genitori assecondassero la sua passione, cosa che non avviene spesso a causa di molti pregiudizi.
Grazie allo sviluppo del movimento del calcio femminile che ha fatto cambiare opinione e idea su questo “mondo”, ad oggi molte più bambine possono iniziare a giocare e realizzare il loro sogno.
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